Cosa facciamo

A chi resta affascinato dal colore caldo della terracotta e dalle infinite possibità di forme e usi che questo splendido e naturalissimo materiale consente, forse piacerà scoprire che nella lavorazione della terracotta ci sono decine di modi per farla, alcuni talmente distanti tra loro da richiedere professionalità completamente diverse.

Si va dal tornio che è forse la pratica più nota e anche la più spettacolare al calco nelle forme di gesso che consente di produrre anche oggetti molto grandi fino al colombino, che a Siena e in Toscana in genere, è considerata la lavorazione destinata a pochi abilissimi artigiani e ormai quasi del tutto abbandonata.

Cercando di non annoiare, vorrei spendere due parole su queste tre lavorazioni:

  • la prima, come ho detto, è la più nota: chi non ricorda Demi Moore in “ Ghost” che tornisce un vaso aiutata dal suo amore. Ecco il tornio è quello strumento che gira (oggi elettricamente) e sul quale si posa la palla di argilla che sotto le abili mani di un tornitore o torniante prende forma quasi magicamente.
    Così nascono vasi, portaombrelli, lampade ecc., tutti ovviamente rotondi e questo è il limite del tornio.

 

  • Il calco consiste nel riempire a mano delle forme di gesso nelle quali è impresso il negativo dell’oggetto poi il gesso viene tolto, se si tratta di oggetti costituiti da più parti si uniscono le parti stesse e una volta unite e ripulite (sempre a mano) si lascia seccare l’oggetto che poi (una volta completamente secco) verrà cotto. Naturalmente un altro artigiano avrà prima costruito lo stampo di gesso.
  • E qui arriviamo al colombino, infatti questa tecnica consiste nel modellare completamente a mano un vaso o un altro oggetto dal quale verrà poi ricavata la forma e lo stampo che serviranno per tutti gli altri.

Ma ora stiamo andando già troppo per le lunghe… se verrete a trovarci e avrete voglia di ascoltarci, saremo ben lieti di raccontarvi altre storie sull’universo terracotta.